Recitative : Mercurio Enea, che fai, che pensi? Enea tu dormi? L'incenerita Troia omai ti desti l'imperatrice Italia i tuoni appresti, onde abbian fine i tuoi letarghi enormi. Giove dio delle cose a te mi manda perch'io sgridi i tuoi falli, i tuoi furori, alla mensa degli ozi, e degli amori hai trangoiata una mortal bevanda. Lascivia folle, e smoderato affetto effeminaro il brando tuo feroce. Tu non rispondi no? scampa tua voce a seppellirsi entro all'avel del petto. Tu quel troiano, tu quel pio, quel forte, che di gloria alla cote aguzzò l'armi, che fu decoro ai bronzi, e pompa ai marmi, e per trionfo incatenò la morte. Or imbelle guerriero, e drudo vile le libidini stanchi, e 'l nome guasti, e obliati i militar contrasti soffri in brutto sudor giogo servile. Ascanio il tuo figliuol, che in sé racchiude de' posteri gli scettri, e le corone, fraudato oggi vien per tua cagione, e l'error tuo le di lui glorie esclude. Non affetto di padre, o di monarca ti chiama a comandar province, e mondi; dai ciechi abissi, e dagli orror profondi a luminoso porto or meco varca. Arma il cor di fortezza, e ti rammenta, ch'altrove il ciel l'altezze tue destina, tronca il filo agli indugi, alta ruina già ti s'appresta, se tua fuga è lenta. Aria : Mercurio Leva l'ancore, e in alto al gran passaggio la tua falange spieghi al vento i lini; per tuoi nocchier s'accordano i destini, Nettun sarà il pilota al gran viaggio. Vanne in Italia, ch'a te sol fa voti, per partorire alla tua prole i regni; la terra, e 'l ciel saranno angusti segni, le palme per capir de' tuoi nipoti. Or vigoroso movi e 'l core, e 'l piede, e da ceppi l'arbitrio discatena; del vano lagrimar chiudi la vena, così t'impon chi 'l tutto intende, e vede.