Allor ch'io dissi addio e ch'io lasciai quel memorabil loco, dove nacque il mio foco, pensò folle il cor mio tutti gli ardori suoi render di gelo, e fortuna cangiar per cangiar cielo. Ahi lassa che mi segue in ogni tempo in ogni parte amore. E di notte e di giorno, a tutte l' ore, all'occhio della mente, rende l'amato oggetto ognor presente. Son qual cerva ferita che fugge dalla man che l'ancide e l'impiaga. Ma se meco è lo stral che mi strugge, lontananza non salda la piaga. Anzi se nacque il mio amoroso desio d'una bella virtù figlio innocente, sia lontano o presente, sempre fisso è nel cor l'amato oggetto, né a così giusto affetto, resiste di ragion l'alto consiglio, ch'anzi a seguir m'esorta un bell'amor che di virtute è figlio. Il dolce foco mio, ch'accende un bel desio, amor lusinga. Ma nasce un rio timor, onde languisce il cor, ch'egli non finga.