Cinto il sole di rai dal mar un giorno usci, ne più superbo mai su'l cielo n'appari. Sdegnoso il tesor Tronco del crin d'or, scorto ch'in terra splende a gli egual Pompa mortal. Vide il fasto terreno vestir perl'e rubin e vie del sol non meno mostrar dorato il crin. Del vanto mortal e con le fiamme che d'ira uni accese il ciel. Lampi d'ira cocenti dal ciglio baleno, e mille fiori spenti su'l prato saetto E sangue quel di, il giglio langui, la violetta nel suo pallor mostro timor. Su la siepe la rosa ardent'a quel ardor, riserb'ancor focosa de la vampa il rossor. E'l sole dal mar anch'oggi n'appar, in segno dirà tutto bale il volto, e'l sen.
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