Fiorite valli, campagne amene, vivi cristalli, felici arene, ch'iorma nemica, d'uma no piede, qui non si vede. L'infida Eurilla, poi che mi prese, nova favilla, per altri accese, ond'io dolente, d'ogno altro bene, per dei la spene. A voi che fuori di tante affanni, di tanti ardori, menate gl'anni, mi mand'Amore, che'l mio dolore vi scopr'in fonte, con la mia morte. Si che a me solo, toccando in sorte, pien d'ogni duolo, venir a morte, voi che qui sete, ombe secrete, con voi si mora, ma fede ancora.