Gioite di mille tormenti, O voi che ferite con dardi possenti. Udite lamenti, mirata la piaga con fronte serena, se l'alta mia pena cotanto v'appaga. Ridete, pupille vitali, mirat'e credete mie pene mortali, per tanti miei mali s'accresca il contento nel vostro sereno se preme il mio seno soverchio tormento. Scherzate per somma dolcezza, negate pietate crescete fierezza, da cruda bellezza l'afflitta mia vita per lieve mercede, un sguardo non chiede per ultim'aita.