Poi che sent'il mio dolore, Flora gradita, al mio novo e grato ardore. Deh porgi aita, pria che ridente dal oriente, spunti l'aurora, ch'i mont' indora. Es io canto in questa riva, col ciel sereno, la tua luce unica e diva. Deh scopri al meno, pria che di gelo delia dal cielo, tinta di scorno, s'ambruni al giorno. Che si lieto il mio soggiorno, non fai mio bene, pria che più rischiar il giorno. Deh quante pene, tutta la gioia rivolta in noia, porterà seco, questo aer cieco. Dunque a trar spasso e diletto, del nostro amore, Flora sforza il dubbio petto. Deh sforza il core, che cosi lieto d'Amor secreto, felice amanti, volgo le piante.