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L'ora di Barga



Lorenzo Donati - L'ora di Barga - текст песни (слова)

Al mio cantuccio, donde non sento
 se non le reste brusir del grano
 il suon dell'ore viene col vento
 dal non veduto borgo montano:
 suono che uguale, che blando cade, 
 come una voce che persuade. 
 
 Tu dici, E' l'ora; tu dici, E' tardi, 
 voce che cadi blanda dal cielo. 
 Ma un poco ancora lascia che guardi 
 l'albero, il ragno, l'ape, lo stelo, 
 cose ch'han molti secoli o un anno 
 o un'ora, e quelle nubi che vanno. 
 
 Lasciami immoto qui rimanere 
 fra tanto moto d'ale e di fronde; 
 e udire il gallo che da un podere 
 chiama, e da un altro l'altro risponde, 
 e, quando altrove l'anima è fissa, 
 gli strilli d'una cincia che rissa. 
 
 E suona ancora l'ora, e mi manda 
 prima un suo grido di meraviglia 
 tinnulo, e quindi con la sua blanda 
 voce di prima parla e consiglia, 
 e grave grave grave m'incuora: 
 mi dice, E' tardi; mi dice, E' l'ora. 
 
 Tu vuoi che pensi dunque al ritorno, 
 voce che cadi blanda dal cielo! 
 Ma bello è questo poco di giorno 
 che mi traluce come da un velo! 
 Lo so ch'è l'ora, lo so ch'è tardi; 
 ma un poco ancora lascia che guardi. 
 
 Lascia che guardi dentro il mio cuore, 
 lascia ch'io viva del mio passato; 
 se c'è sul bronco sempre quel fiore, 
 s'io trovi un bacio che non ho dato! 
 Nel mio cantuccio d'ombra romita 
 lascia ch'io pianga su la mia vita! 
 
 E suona ancora l'ora, e mi squilla 
 due volte un grido quasi di cruccio, 
 e poi, tornata blanda e tranquilla, 
 mi persuade nel mio cantuccio: 
 è tardi! è l'ora! Sì, ritorniamo 
 dove son quelli ch'amano ed amo.
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